Via Dogana 3: Orientarsi con l’amore
Libreria delle donne di Milano
Issue June 2023
Profondità e politica
Giorgia Basch
Nell’ultimo incontro di Via Dogana si è parlato di amore e amicizia politica. Prima di scrivere del significato che l’amore ha per me in questo contesto mi è necessario fare una premessa: l’idea di amicizia politica non potrebbe esistere per quanto mi riguarda senza l’incontro col femminismo. E dal femminismo non si torna indietro. Il femminismo, e le mie amicizie, che reputo tutte intrinsecamente politiche, sono una lente attraverso cui guardare il mondo, esplorarlo, cambiarlo.
Con gli occhiali del femminismo l’amicizia ha assunto nuove forme. Enormi, alcune, ingombranti. Rassicuranti. Altre costantemente presenti. Colorate, che riempiono la stanza di energia. Salde, nonostante il tempo, nonostante la distanza. Risonanti come una risata. Leali. Le amicizie che sento tali nel profondo sono tutte politiche a modo loro, perché hanno una cosa in comune: si fa assieme, con l’idea di una realizzazione condivisa. È forse questa per me l’anima della politica, la prospettiva di inclusione dell’altro di cui parla Hannah Arendt in Che cos’è la politica. Per citarla, «la politica non raggiunge mai la stessa profondità. La mancanza di profondità altro non è infatti che scarsa sensibilità per la profondità su cui poggia la politica». Solo nell’unione delle nostre sensibilità può avere luogo la politica, nella relazione, e solo con lo scambio, abitando l’intra, ci è possibile discendere a profondità maggiori, dove possiamo sentire di più. In questo sentire, sentire forte che ancora nessuna lingua per me dice meglio dell’italiano, politica e amore si incontrano. È un sentimento viscerale che, come avevo già scritto qualche tempo fa parlando del tema del piacere, ha qualcosa di erotico. Lo vivo nella mia esperienza quotidiana in cui ciò che mi muove e mi spinge a fare, a dire, è la possibilità di questa seduzione creatrice che si instaura nei legami di amicizia e di amore. Più il confine tra i due sfuma più si fa intensa e interessante la collaborazione: le idee scorrono, si pianifica il futuro, le utopie sono intriganti tanto più quando sono possibilità concrete da materializzare assieme. La relazione politica per me è immaginare con occhi uguali e diversi mondi nuovi. L’eros è una risorsa per una comprensione intima, una forza che come scrive Lorde «non può essere di seconda mano». La sua potenza è brillante, generativa, autentica nel momento stesso in cui viene riconosciuta da qualcun altro. In quel riconoscimento ci vedo tutta la bellezza del femminismo e dell’amore che sento come vero.
In questo momento storico in cui è difficile discernere verità e finzione – e per verità intendo quello che sentiamo come vero per noi – in cui l’eros sradicato e applicato solo al visibile tanto rafforza le posizioni maschiliste e maschiocentriche che non abbiamo ancora scalfito del tutto, far nascere e coltivare relazioni politiche è un’impresa complessa e dispendiosa di tempo, tempo che molti e molte scelgono di non impiegare perché catturati dalla macchina del neoliberismo. Ho perso amicizie che non hanno retto al contraccolpo erotico della condivisione profonda. Altre non sono diventate abbastanza forti. Altre ancora hanno prodotto scontri che ci hanno separate per qualche tempo. In quelle con gli uomini, spesso amorose e in cui il gioco erotico ha una doppia anima – unione di intesa mentale e fisica –, la questione è ancora più sfaccettata: da un lato la resistenza tutt’ora da parte degli uomini ad abbandonarsi a un sentire che non divide testa e cuore, dall’altra l’incapacità e spesso la non volontà di trovarsi di fronte a un erotico molto diverso da quello che hanno inteso loro. Un eros-amore che crea uno spostamento reale, che si manifesta nelle cose di tutti i giorni e non solo in un letto o un collant, un sentimento che “fa per due”, che cambia gli equilibri interni ed esterni e che ci fa sentire coinvolti e al tempo stesso custodi responsabili di una passione preziosa.
Nel nutrire e riconoscere nuove relazioni politiche quel che mi aiuta è ricordare che non c’è posto per l’individualismo in un progetto politico nato dall’amore, né per una visione parziale e unilaterale delle cose. C’è conferma, forza, futuro.
ENG
Profoundness and politics
At the last meeting of Via Dogana, we talked about love and political friendship. Before I go into what is the meaning of love for me in this context, I need to make a premise: the idea of political friendship could not exist as far as I am concerned without the encounter with feminism. And there is no turning back from feminism. Feminism, and my friendships, all of which I consider intrinsically political, are a lens through which to look at the world, explore it, change it.
With feminist eyes, friendship has taken on new forms. Enormous, some, cumbersome. Reassuring. Others constantly present. Colorful, filling the room with energy. Solid, in spite of time, in spite of distance. Resounding like laughter. Loyal. Friendships like these that I feel deep down are all political in their own way, because they have one thing in common: things are done together, with the idea of a shared accomplishment. That's perhaps the soul of politics for me, the perspective of inclusion of the "other" that Hannah Arendt mentions in What Is Politics. To quote her, 'Politics never reaches the same depth. A lack of depth means a lack of sensitivity to the depth on which politics is based'. It is only in the union of our sensitivities that politics can take place, in relationships, and it is only through exchange, inhabiting the in-between, that we can go deeper, where we can sense more. In this "sentire" (sensing), "sentire forte" (sensing intensly) that still no other language expresses it better than Italian for me, politics and love meet. It is a visceral feeling that, as I wrote some time ago on the subject of pleasure, has something erotic. I experience it in my daily life – what moves me and pushes me to move forward, to act and speak up, is the possibility of this creative seduction which is established through love and friendship. The more the boundary between the two blurs, the more intense and interesting the collaboration becomes: ideas flow, the future is shaped, utopias are all the more intriguing when they are concrete possibilities to materialise something together. To me a political relationship is to imagine different new worlds with the same eyes. Eros is a resource for intimate understanding, a force that, as Lorde writes, "cannot be secondhand." Its power is brilliant, generative, authentic the moment it is recognised by someone else. In that recognition I see all the beauty of feminism, and love that feels like true love for me.
At this historical moment when it is difficult to discern truth and fiction – and by truth I mean what we feel to be true for ourselves – where Eros, eradicated and applied only to the visible, reinforces the patriarchal and male-centric positions that we have not yet completely eroded, to create and cultivate political relationships is a complex and time-consuming undertaking. Time that some choose not to make use of because they are trapped in the machine of neoliberalism. I lost friendships that couldn't withstand the erotic backlash of deep sharing. Others didn't grow strong enough. Others produced clashes that separated us for a while. In those with men, who are often amorous and in which the erotic game has a dual soul – a union of mental and physical understanding – the issue is more multifaceted: on the one hand, the resistance of men to abandon themselves to a feeling that does not divide between the head and the heart, on the other, the inability and often the unwillingness to face a kind of erotic that is very different from the one they understood. An eros-love that creates a real shift, that manifests itself in everyday things, and not just in a bed or in some pantyhose. A feeling that "does for two", that changes the internal and external equilibrium and makes us feel involved and at the same time responsible keepers of a precious passion.
In nurturing and acknowledging new political relationships what helps me is to remember that there is no place for individualism in a political project born out of love, nor for a partial and one-sided view of things. There is validation, strength, future.
Libreria delle donne di Milano
Issue June 2023
Profondità e politica
Giorgia Basch
Nell’ultimo incontro di Via Dogana si è parlato di amore e amicizia politica. Prima di scrivere del significato che l’amore ha per me in questo contesto mi è necessario fare una premessa: l’idea di amicizia politica non potrebbe esistere per quanto mi riguarda senza l’incontro col femminismo. E dal femminismo non si torna indietro. Il femminismo, e le mie amicizie, che reputo tutte intrinsecamente politiche, sono una lente attraverso cui guardare il mondo, esplorarlo, cambiarlo.
Con gli occhiali del femminismo l’amicizia ha assunto nuove forme. Enormi, alcune, ingombranti. Rassicuranti. Altre costantemente presenti. Colorate, che riempiono la stanza di energia. Salde, nonostante il tempo, nonostante la distanza. Risonanti come una risata. Leali. Le amicizie che sento tali nel profondo sono tutte politiche a modo loro, perché hanno una cosa in comune: si fa assieme, con l’idea di una realizzazione condivisa. È forse questa per me l’anima della politica, la prospettiva di inclusione dell’altro di cui parla Hannah Arendt in Che cos’è la politica. Per citarla, «la politica non raggiunge mai la stessa profondità. La mancanza di profondità altro non è infatti che scarsa sensibilità per la profondità su cui poggia la politica». Solo nell’unione delle nostre sensibilità può avere luogo la politica, nella relazione, e solo con lo scambio, abitando l’intra, ci è possibile discendere a profondità maggiori, dove possiamo sentire di più. In questo sentire, sentire forte che ancora nessuna lingua per me dice meglio dell’italiano, politica e amore si incontrano. È un sentimento viscerale che, come avevo già scritto qualche tempo fa parlando del tema del piacere, ha qualcosa di erotico. Lo vivo nella mia esperienza quotidiana in cui ciò che mi muove e mi spinge a fare, a dire, è la possibilità di questa seduzione creatrice che si instaura nei legami di amicizia e di amore. Più il confine tra i due sfuma più si fa intensa e interessante la collaborazione: le idee scorrono, si pianifica il futuro, le utopie sono intriganti tanto più quando sono possibilità concrete da materializzare assieme. La relazione politica per me è immaginare con occhi uguali e diversi mondi nuovi. L’eros è una risorsa per una comprensione intima, una forza che come scrive Lorde «non può essere di seconda mano». La sua potenza è brillante, generativa, autentica nel momento stesso in cui viene riconosciuta da qualcun altro. In quel riconoscimento ci vedo tutta la bellezza del femminismo e dell’amore che sento come vero.
In questo momento storico in cui è difficile discernere verità e finzione – e per verità intendo quello che sentiamo come vero per noi – in cui l’eros sradicato e applicato solo al visibile tanto rafforza le posizioni maschiliste e maschiocentriche che non abbiamo ancora scalfito del tutto, far nascere e coltivare relazioni politiche è un’impresa complessa e dispendiosa di tempo, tempo che molti e molte scelgono di non impiegare perché catturati dalla macchina del neoliberismo. Ho perso amicizie che non hanno retto al contraccolpo erotico della condivisione profonda. Altre non sono diventate abbastanza forti. Altre ancora hanno prodotto scontri che ci hanno separate per qualche tempo. In quelle con gli uomini, spesso amorose e in cui il gioco erotico ha una doppia anima – unione di intesa mentale e fisica –, la questione è ancora più sfaccettata: da un lato la resistenza tutt’ora da parte degli uomini ad abbandonarsi a un sentire che non divide testa e cuore, dall’altra l’incapacità e spesso la non volontà di trovarsi di fronte a un erotico molto diverso da quello che hanno inteso loro. Un eros-amore che crea uno spostamento reale, che si manifesta nelle cose di tutti i giorni e non solo in un letto o un collant, un sentimento che “fa per due”, che cambia gli equilibri interni ed esterni e che ci fa sentire coinvolti e al tempo stesso custodi responsabili di una passione preziosa.
Nel nutrire e riconoscere nuove relazioni politiche quel che mi aiuta è ricordare che non c’è posto per l’individualismo in un progetto politico nato dall’amore, né per una visione parziale e unilaterale delle cose. C’è conferma, forza, futuro.
ENG
Profoundness and politics
At the last meeting of Via Dogana, we talked about love and political friendship. Before I go into what is the meaning of love for me in this context, I need to make a premise: the idea of political friendship could not exist as far as I am concerned without the encounter with feminism. And there is no turning back from feminism. Feminism, and my friendships, all of which I consider intrinsically political, are a lens through which to look at the world, explore it, change it.
With feminist eyes, friendship has taken on new forms. Enormous, some, cumbersome. Reassuring. Others constantly present. Colorful, filling the room with energy. Solid, in spite of time, in spite of distance. Resounding like laughter. Loyal. Friendships like these that I feel deep down are all political in their own way, because they have one thing in common: things are done together, with the idea of a shared accomplishment. That's perhaps the soul of politics for me, the perspective of inclusion of the "other" that Hannah Arendt mentions in What Is Politics. To quote her, 'Politics never reaches the same depth. A lack of depth means a lack of sensitivity to the depth on which politics is based'. It is only in the union of our sensitivities that politics can take place, in relationships, and it is only through exchange, inhabiting the in-between, that we can go deeper, where we can sense more. In this "sentire" (sensing), "sentire forte" (sensing intensly) that still no other language expresses it better than Italian for me, politics and love meet. It is a visceral feeling that, as I wrote some time ago on the subject of pleasure, has something erotic. I experience it in my daily life – what moves me and pushes me to move forward, to act and speak up, is the possibility of this creative seduction which is established through love and friendship. The more the boundary between the two blurs, the more intense and interesting the collaboration becomes: ideas flow, the future is shaped, utopias are all the more intriguing when they are concrete possibilities to materialise something together. To me a political relationship is to imagine different new worlds with the same eyes. Eros is a resource for intimate understanding, a force that, as Lorde writes, "cannot be secondhand." Its power is brilliant, generative, authentic the moment it is recognised by someone else. In that recognition I see all the beauty of feminism, and love that feels like true love for me.
At this historical moment when it is difficult to discern truth and fiction – and by truth I mean what we feel to be true for ourselves – where Eros, eradicated and applied only to the visible, reinforces the patriarchal and male-centric positions that we have not yet completely eroded, to create and cultivate political relationships is a complex and time-consuming undertaking. Time that some choose not to make use of because they are trapped in the machine of neoliberalism. I lost friendships that couldn't withstand the erotic backlash of deep sharing. Others didn't grow strong enough. Others produced clashes that separated us for a while. In those with men, who are often amorous and in which the erotic game has a dual soul – a union of mental and physical understanding – the issue is more multifaceted: on the one hand, the resistance of men to abandon themselves to a feeling that does not divide between the head and the heart, on the other, the inability and often the unwillingness to face a kind of erotic that is very different from the one they understood. An eros-love that creates a real shift, that manifests itself in everyday things, and not just in a bed or in some pantyhose. A feeling that "does for two", that changes the internal and external equilibrium and makes us feel involved and at the same time responsible keepers of a precious passion.
In nurturing and acknowledging new political relationships what helps me is to remember that there is no place for individualism in a political project born out of love, nor for a partial and one-sided view of things. There is validation, strength, future.